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      L'Unità infatti studia i problemi della vita pubblica nazionale e internazionale con accuratezza, con scrupolo scientifico; è una mirabile esperienza di scuola libera per i cittadini che vogliono avere informazioni controllate, che vogliono avere la sicurezza di non essere truffati dagli scrittori cui si rivolgono per avere suggerimenti, stimoli a coordinare il pensiero pratico, indirizzi per giudicare rettamente gli avvenimenti. Ma a chi si rivolge l'Unità? A quali energie sociali organizzate coordina la sua attività di cultura? A tutti genericamente e a nessuno praticamente. La sua operosità si inizia con un «se» formidabile, che dissolve ogni efficacia reale dell'operosità stessa: se... tutti facessero come noi, se... tutti si impadronissero degli esatti termini di un problema cosí rapidamente come noi facciamo, e contemporaneamente a noi. La realtà invece è che un paese, e specialmente l'Italia per le particolari condizioni intellettuali del suo popolo, è diversamente preparato nei singoli individui, e solo dopo uno sforzo assiduo, paziente, di diecine d'anni, una determinata idea riesce a diffondersi efficacemente negli organismi liberamente costituiti, che liberamente accettano un indirizzo e liberamente operano in comunione.
      Salvemini crede al «contratto sociale», crede alla possibilità degli accordi fulminei di un certo numero di persone, disperse in un grande territorio, e poiché questi accordi fulminei non si verificano o tardano a verificarsi, egli presuppone la coda del diavolo, l'influsso malefico di volontà perverse, che finisce con l'identificare coi «dirigenti», i cui nomi egli solo conosce e che demagogicamente vengono segnati all'esecrazione universale.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





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