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      Il giornale-merce(59)
     
      Il giornale borghese è il giornale-merce, quale lo determina la concorrenza commerciale tra i proprietari di aziende giornalistiche. È una pizzicheria, dove una schiera di solerti impiegati affetta, impacca, accumula: formaggi, mortadelle, gelatine, molta patata e poco latte, molto cavallo e poco manzo, molta colla e poco brodo Non importa: importa solo che ci sia una bella vetrina, molte lampadine accecanti, molti nastri e sbrendoli varicolori. Gli uomini passano e si fermano, abbarbagliati, stupiti: che lusso, che buone cose appetitose, che ricchezza, e tutto per una vilissima moneta. E gli uomini entrano e comprano e se ne vanno soddisfatti del lusso, dei colori, del garbo signorile dei nastri, e degli sbrendoli multicolori: e l'illusione fa inghiottire i cattivi cibi senza nausea, senza vomiti, sebbene il corpo si denutrisca e il cervello si atrofizzi e le idee non facciano piú ressa per esprimersi, ma solo lentamente si avanzino a una a una, come vecchiette grinzose appoggiate al bastone che ogni cinque passi si soffermano per frugarsi le tasche ed estrarre la tabacchiera ed annusare lungamente la presina: senza quel tabacco imbalsamante non potrebbero vivere.
      Ebbene, no; il nostro giornale Avanti! non può essere un giornale-merce, non può essere una pizzicheria imbottita di tutte le cianciafruscole, adorna di tutti gli specchietti che attirino le allodole; il Partito socialista non è una fiera dove Barnum batte la grancassa per attirare gli ingenui. L'Avanti!


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





Partito Barnum