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      è un giornale unico, senza concorrenti, è il «prodotto» necessario che si acquista perché necessario, perché insostituibile, perché corrisponde a un bisogno intimo, irresistibile come il bisogno del pane per uno stomaco sano. Chi compra l'Avanti! non sceglie, non può scegliere: si sceglie tra due cose simili, diverse solo per gradi di perfezione, tra due cavalli, tra due case, tra due bastoni, tra due giornali borghesi.
      Ma chi è socialista, chi vuole (vuole, intendiamoci, e non già desidera vagamente o sospira o geme o smania, ma vuole concretamente) che il socialismo informi dei suoi valori morali la società degli uomini, chi vuole la società organizzata in modo che ogni uomo abbia un compito utile ed esso sia il piú acconcio alle sue attitudini, in modo che ogni uomo dia il massimo del suo rendimento e la sua attività sia coordinata all'attività universale in una armonia che elimini ogni sofferenza inutile, ogni dispersione di energia e di spiritualità; chi, già oggi, immerso nella società del traffico mercantile, nella società in cui si fa fortuna sacrificando gli altri, pugnalando la propria madre, prostituendo la propria sorella, tesaurizzando la fame e il sangue degli uomini; chi è socialista ed ha ucciso in se stesso, nei rapporti con i compagni di fede, la frenesia individualistica, la brama di arraffare, arraffare per sé dando del suo il meno possibile — costui non può scegliere tra l'Avanti! e un altro giornale, non può confondere l'Avanti! con un giornale-merce. Egli sa di essere una parte dell'Avanti!, parte viva, parte attiva; sa che l'Avanti! non è un'azienda capitalistica, i cui azionisti arrischiano il denaro altrui per ricavarne utile proprio con l'inganno e l'illusione della merce appariscente e bene strombazzata, ma rappresenta, già oggi, in piena società mercantile, il principio antimercantile, il principio comunistico, che impone la sincerità, la verità, l'utilità essenziale anche quando paia immediatamente dannosa.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279