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      Negli Stati assoluti esiste un solo autocrate, depositario della sovranità e del potere: nel paese di Pulcinella gli autocrati si moltiplicano per generazione spontanea: la tribú dei segretari e sottosegretari di Stato è un semenzaio di poteri autocratici, ognuno dei quali opera per conto proprio, fa, disfa, accavalla e distrugge, distrugge la ricchezza nazionale; sono autocrati i prefetti, i sottoprefetti, i questori che unificano la farragine di disposizioni, circolari, decreti nel proprio buon piacere; i censori che, scelti col criterio della beneficenza, per assicurare una decorosa vecchiaia ai falliti del giornalismo e della burocrazia, mangiano la foglia... sonniniana-conservatrice e tagliano e deturpano l'Avanti! preoccupandosi solo di perpetuare il loro canonicato e i lauti appannaggi correlativi: i generali, i delegati, i questurini. Ognuno di questi «servitori» del potere esecutivo ha trasformato la sfera della sua azione in una satrapia indipendente dalle leggi generali, in uno Stato nello Stato, dove l'abuso e il sopruso sono la quotidiana attività, che travolge e dissolve le tradizioni, la sicurezza, gli interessi cosiddetti legittimi, le gerarchie sentimentali e autoritarie, i rapporti sociali.
      Attraversiamo la fase critica del processo dissolutivo dello Stato capitalista, costretto dagli avvenimenti a strafare quando è incapace al semplice fare, che interviene nella sfera d'azione delle private iniziative e determina solo confusione, turbamento, arresti di sviluppo, che proclama a gran voce libertà e ordine, e trema per ogni parola eterodossa, per ogni affermazione teorica di principio.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





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