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      Ed ha ragione, e le sue mortali angoscie di patriota francese, mentre ci commuovono pochissimo, vengono a confermare una tesi, che in questo quarto d’ora storico deve essere massimamente cara a noi tutti socialisti, tesi che nella sua stessa espressione paradossale, contiene una gran somma di verità storica e che può enunciarsi cosí: da oltre due secoli il destino dell’Europa è legato alla situazione politica della Russia, per modo che i maggiori avvenimenti che interessano la nostra storia di popoli occidentali, sono quasi il contraccolpo dei fatti e degli atteggiamenti del grande colosso orientale.
      Molto piú che dall’Inghilterra, la quale come suol dirsi comunemente, avendo il sea-power, avrebbe nelle sue mani le sorti del continente, queste invece dipendono dalla enorme massa di terre e di umanità, che lo preme dall’est, e i cui movimenti sian pur lenti, sian pur tardigradi, son quelli che in definitiva determinano i risultati piú imponenti e decisivi nella restante parte delle contrade europee.
      Chi tien d’occhio la successione dei fatti verificatisi tra il XVII e il XX secolo nell’assetto generale del continente, vi scopre sempre piú o men chiara, ma comunque decisiva, l’azione russa. Da quando Pietro il Grande spostò l’asse politico del nord, facendo passare dalla Svezia dei Vasa alla Russia dei Romanoff il primato di quel Mediterraneo settentrionale, che è il Baltico, da quando nel bacino orientale del Mediterraneo classico, e nelle regioni adiacenti dei maggiori fiumi europei, alla possanza indiscussa dell’Islam si contrappose vittoriosa quella dei moscoviti - e i due grandi fatti coincidono press’a poco nel tempo - questa nuova linea di forza, che va dal Baltico al Mar Nero, questa ch’io chiamerei la linea dei mari interni, che sono poi i vitali polmoni del continente, è dominata dall’attività politica ed economica del nuovo corpo sociale della Russia moderna, e quindi tutta la costituzione politica ed economica europea non ha cessato d’allora di sentire l’influsso della nuova formidabile potenza, che agiva e premeva dall’oriente.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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