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      Questa massa rappresenta piú di venticinque milioni della popolazione italiana, cioè una base stabile e sicura dell’apparecchio proletario.
      Esiste una serie di organismi sindacali e di associazioni semiproletarie, che rappresentano una distinzione di capacità tecnica e politica nella grande massa del popolo lavoratore.
      Esiste il Partito socialista, e nel partito la tendenza comunista rivoluzionaria, che rappresenta la fase di maturità della consapevolezza storica attuale della massa proletaria.
      Il problema concreto massimo del momento attuale, per i rivoluzionari, è questo:
      1) fissare la grande massa del popolo lavoratore in una configurazione sociale che aderisca al processo di produzione industriale e agricolo (costituzione dei Consigli di fabbrica e di villaggio con diritto al voto a tutti i lavoratori);
      2) ottenere che nei Consigli la maggioranza sia rappresentata dai compagni del partito, delle organizzazioni operaie e dai compagni simpatizzanti, ma senza escludere che essa, transitoriamente, nei primi momenti di incertezza e di immaturità possa cadere in mano ai popolari, ai sindacalisti anarchici, ai riformisti, in quanto siano lavoratori salariati e vengano eletti, nella loro sede di lavoro, e in quanto aderiscano allo Stato operaio.
      Nelle gerarchie superiori urbane e distrettuali (per le campagne), la rappresentanza nel Consiglio urbano o di distretto dovrà essere data, oltre che ai centri di produzione, cioè oltre che alla massa lavoratrice come tale, anche alle sezioni del partito, ai circoli, ai sindacati, alle associazioni proletarie, alle cooperative.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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