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      Le vittorie e le avanzate dell’esercito della III Internazionale scuotono le basi del sistema capitalista, accelerano il processo di decomposizione degli Stati borghesi, acuiscono i conflitti nel seno delle democrazie occidentali. Gli inglesi si preoccupano per l’India, la Turchia, la Persia, l’Afganistan, la Cina dove si moltiplicano i focolari di rivolta, e con una lieve pressione fanno sparire Clemenceau dalla scena politica. La caduta del pupazzo antibolscevico rivela immediatamente le incrinature del blocco reazionario francese, e inizia il disgregamento dello Stato politico: la tendenza comunista e intransigente si rafforza nel movimento operaio. La quistione russa pone di fronte l’opportunismo di Lloyd George e l’intransigenza controrivoluzionaria di Winston Churchill, ma il terreno della democrazia britannica, già magnifico campo di manovra per la demagogia radicale lloydgeorgiana, è completamente mutato: la struttura della classe operaia inglese continua a svilupparsi, lentamente, ma sicuramente, verso forme superiori: gli operai vogliono intervenire piú spesso e piú direttamente nella deliberazione dei programmi d’azione: i congressi delle Trade Unions si moltiplicano e i rivoluzionari sempre piú spesso e piú efficacemente vi fanno sentire la loro voce; l’ufficio permanente dei congressi sindacali si trasferisce dalle mani del gruppo parlamentare laburista nelle mani di un Comitato centrale operaio. In Germania il governo di Scheidemann si decompone, sente venirsi meno ogni consenso popolare, il terrore bianco imperversa brutalmente: gli operai comunisti e indipendenti hanno riacquistato una certa libertà di movimento e si diffonde la persuasione che solo la dittatura proletaria può salvare la nazione tedesca dallo sfacelo economico e dalla reazione militarista.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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