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      Il sistema internazionale controrivoluzionario si dissolve, per l’acuirsi delle contraddizioni intime della democrazia borghese e dell’economia capitalistica e per le gigantesche spinte del proletariato russo. Lo Stato borghese italiano va in pezzi per gli scioperi colossali nei servizi pubblici, per il fallimento fraudolento e ridicolo della politica estera ed interna. Le condizioni sufficienti e necessarie per la rivoluzione proletaria si attuano e nel campo internazionale e nel campo nazionale. Ed ecco: il Partito socialista viene meno a se stesso e alla sua missione; partito di agitatori, di negatori, di intransigenti nelle quistioni di tattica generale, di apostoli delle teorie elementari, non riesce a organizzare e a inquadrare le grandi masse in movimento, non riesce a riempire i minuti e le giornate, non riesce a trovare un campo di azione che in ogni momento lo tenga a contatto con le grandi masse. Non riesce a organizzare la propria intima compagine, non ha una disciplina teorica e pratica che gli consenta di rimanere sempre aderente alla realtà proletaria nazionale e internazionale per dominarla, per controllare gli avvenimenti e non esserne travolto e stritolato. Partito degli operai e dei contadini rivoluzionari, lascia che l’esercito permanente della rivoluzione, i sindacati operai, rimanga sotto il controllo di opportunisti che ne incantano, a loro piacere, il congegno di manovra, che sistematicamente sabotano ogni azione rivoluzionaria, che sono un partito nel Partito, e il partito piú forte, perché padroni dei gangli motori del corpo operaio.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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