Pagina (101/334)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Nella fabbrica ogni proletario è condotto a concepire se stesso come inseparabile dai suoi compagni di lavoro: potrebbe la materia informe accatastata nei magazzini circolare nel mondo come oggetto utile alla vita degli uomini in società, se un solo anello mancasse al sistema di lavoro nella produzione industriale? Quanto piú il proletario si specializza in un gesto professionale, tanto piú sente l’indispensabilità dei compagni, tanto piú sente di essere la cellula di un corpo organizzato, di un corpo intimamente unificato e coeso; tanto piú sente la necessità dell’ordine, del metodo, della precisione, tanto piú sente la necessità che tutto il mondo sia come una sola immensa fabbrica, organizzata con la stessa precisione, lo stesso metodo, lo stesso ordine che egli verifica essere vitale nella fabbrica dove lavora; tanto piú sente la necessità che l’ordine, la precisione, il metodo che vivificano la fabbrica siano proiettati nel sistema di rapporti che lega una fabbrica a un’altra, una città a un’altra, una nazione a un’altra nazione.
      Per questa sua originale psicologia, per questa sua particolare concezione del mondo l’operaio di fabbrica, il proletario della grande industria urbana è il campione del comunismo, è la forza rivoluzionaria che incarna la missione di rigenerare la società degli uomini, è un fondatore di nuovi Stati. In questo senso (e non in quello balordissimamente contraffatto dagli scrittori della Stampa) abbiamo affermato che Torino è la fucina della rivoluzione comunista: perché la classe lavoratrice di Torino è in maggioranza di proletari, di operai di fabbrica, di rivoluzionari del tipo previsto da Carlo Marx, non di rivoluzionari piccolo-borghesi, quarantottardi, del tipo caro ai democratici e agli arruffoni dell’anarchismo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





Stati Stampa Torino Torino Carlo Marx