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      La classe operaia è l’unica che abbia interesse a eguagliare realmente le condizioni di lavoro e di produzione dell’agricoltura alle condizioni di lavoro e di produzione industriale, perché la classe operaia si esaurisce e decade fisicamente per la mancanza di viveri; la classe operaia chiamerà la classe contadina a collaborare alla riorganizzazione dello Stato italiano, su basi nuove, originali, sulla fabbrica socializzata, sulla grande azienda agricola socializzata, sul campo non piú sottoposto alla banca e all’usura capitalistica. La Costituente proletaria dovrà decidere su questi problemi vitali, che vengono assunti nelle mani da forze politiche ed economiche reali; l’on. Giolitti vuole una caricatura di Costituente che studi il modo migliore di galvanizzare i cadaveri, che studi ed escogiti il modo migliore di perpetrare l’ultima truffa del ministro della mala vita ai danni della nazione italiana.
     
     
      Il Consiglio di fabbrica(30)
     
     
      La rivoluzione proletaria non è l’atto arbitrario di una organizzazione che si afferma rivoluzionaria o di un sistema di organizzazioni che si affermano rivoluzionarie. La rivoluzione proletaria è un lunghissimo processo storico che si verifica nel sorgere e nello svilupparsi di determinate forze produttive (che noi riassumiamo nell’espressione: «proletariato») in un determinato ambiente storico (che noi riassumiamo nelle espressioni: «modo di proprietà individuale, modo di produzione capitalistico, sistema di fabbrica, modo di organizzazione della società nello Stato democratico-parlamentare»). In una determinata fase di questo processo, le forze produttive nuove non possono piú svilupparsi e sistemarsi in modo autonomo negli schemi ufficiali in cui si svolge la convivenza umana; in questa determinata fase avviene l’atto rivoluzionario, che consiste in uno sforzo diretto a spezzare violentemente questi schemi, diretto a distruggere tutto l’apparecchio di potere economico e politico, in cui le forze produttive rivoluzionarie erano contenute oppressivamente, che consiste in uno sforzo diretto a infrangere la macchina dello Stato borghese e a costituire un tipo di Stato nei cui schemi le forze produttive liberate trovino la forma adeguata per il loro ulteriore sviluppo, per la loro ulteriore espansione, nella cui organizzazione esse trovino il presidio e le armi necessarie e sufficienti per sopprimere i loro avversari.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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