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      La classe operaia afferma cosí che il potere industriale, che la fonte del potere industriale deve ritornare alla fabbrica, pone nuovamente la fabbrica, dal punto di vista operaio, come forma in cui la classe operaia si costituisce in corpo organico determinato, come cellula di un nuovo Stato, lo Stato operaio, come base di un nuovo sistema rappresentativo, il sistema dei Consigli. Lo Stato operaio, poiché nasce secondo una configurazione produttiva, crea già le condizioni del suo sviluppo, del suo dissolversi come Stato, del suo incorporarsi organico in un sistema mondiale, l’Internazionale comunista.
      Come oggi, nel Consiglio di una grande officina meccanica, ogni squadra di lavorazione (di mestiere) si amalgama, dal punto di vista proletario, con le altre squadre di un reparto, ogni momento della produzione industriale si fonde, dal punto di vista proletario, con gli altri momenti e pone in rilievo il processo produttivo, cosí nel mondo, il carbone inglese si fonde col petrolio russo, il grano siberiano con lo zolfo di Sicilia, il riso del Vercellese col legname della Stiria... in un organismo unico, sottoposto a una amministrazione internazionale che governa la ricchezza del globo in nome dell’intera umanità. In questo senso il Consiglio operaio di fabbrica è la prima cellula di un processo storico che deve culminare nell’Internazionale comunista, non piú come organizzazione politica del proletariato rivoluzionario, ma come riorganizzazione dell’economia mondiale e come riorganizzazione di tutta la convivenza umana, nazionale e mondiale.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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