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      I giovani stessi erano incerti, sperduti: da una parte sdegnavano di essere considerati sempre soltanto come materia atta per farle sorbire i discorsi di questo o quel padreterno, e dall’altra sentivano che il sacrifizio di sé che loro si chiedeva nei momenti supremi, doveva pure avere come corrispettivo l’attribuzione di un peso e di un’importanza maggiori.
      Il Partito comunista dovrà evitare gli errori del passato, dovrà cercare di conquistarsi e di mantenere chiara la percezione in tutti i suoi aderenti del valore dell’opera educativa cui attende l’organizzazione giovanile, opera educativa che si compie nell’interesse e per conto del Partito tutto intiero. Non possiamo, non potremo vivere senza metterci continuamente a contatto con questa fresca realtà nuova che è la vita dei giovani, speranza e promessa di avvenire.
      Dobbiamo sentire che i problemi che ad essi si presentano sono pure gli essenziali problemi di tutta la nostra organizzazione, sono in fondo anzi un problema solo: il problema di far sí che la nuova generazione degli operai e dei contadini cresca valida e pronta alle battaglie che l’attendono.
      Ben venga dunque, dopo Livorno, il Congresso giovanile di Firenze. Se esso ci dirà che i giovani sono con noi, esso ci avrà dato l’assicurazione maggiore di vitalità e di forza che noi potessimo sperare.
     
     
      Controllo operaio(50)
     
     
      Prima di esaminare nel suo congegno e nelle sue possibilità il disegno di legge presentato alla Camera dei deputati dall’onorevole Giolitti occorre fissare il punto di vista da cui si pongono i comunisti nella discussione del problema.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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