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      La classe operaia non vuole piú collaborare con le altre classi per lo sviluppo o la trasformazione dello Stato parlamentare burocratico: essa vuole lavorare positivamente per il proprio sviluppo autonomo di classe; essa pone la sua candidatura a classe dirigente e afferma di poter esercitare questa funzione storica solo in un ambiente istituzionale diverso dall’attuale, in un nuovo sistema statale e non già nei quadri dello Stato parlamentare burocratico.
      Con la creazione del Partito comunista, la classe operaia si presenta alla lotta politica come iniziatrice, come guida, non piú come massa di manovra guidata e diretta dallo stato maggiore di un’altra classe sociale. La classe operaia vuole governare il paese, afferma di essere l’unica classe capace, coi suoi mezzi e coi suoi istituti nazionali e internazionali, di risolvere i problemi posti all’ordine del giorno dalla situazione storica generale. Quali sono le forze reali della classe operaia? Quanti sono in Italia i proletari che hanno acquistato esatta coscienza della missione storica propria della loro classe? Quale seguito ha il Partito comunista nella società italiana? Nella confusione, nel caos attuale esistono già le grandi linee della nuova configurazione storica? In questo continuo disintegrarsi e reintegrarsi, decomporsi e ricomporsi delle forze sociali, delle classi e degli strati della popolazione italiana si è già costituito un nocciolo primordiale, compatto e solido, fedele permanentemente alle idee e ai programmi dell’Internazionale comunista e della rivoluzione mondiale, intorno al quale possa avvenire la nuova e definitiva organizzazione politica, di governo, della classe operaia?


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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