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      - orrore! nel proprio fango!
      Povero, povero, povero Partito comunista d’Italia! Non ti accorgi della cattiva strada che hai infilato? Non senti la voce del Cristo che ad ogni pietra miliare ti domanda accoratamente: Quo vadis? Non t’accorgi che i tuoi capi, i piccoli uomini, gli arrivisti, gli ambiziosi, i disgregatori, che sono alla testa dell’organizzazione sono mossi da cieca gelosia uno dell’altro e ad altro non pensano che reciprocamente espellersi? Non t’accorgi che tra poco di te non rimarrà che una meschina, miserrima, setta senza anima, senza vita?
      Povero, povero, povero Partito comunista d’Italia! Povero partito senza anima, senza vita, senza deputati, senza Consigli comunali, senza cooperative, senza mutue, senza banche!
     
      Felice partito di Barnum!
      I «grandi uomini» dell’Avanti!, che non sono inesperti, né ingenui e che sanno fondar banche, non commetteranno mai i «madornali spropositi» quotidianamente commessi dai piccoli uomini del comunismo italiano. Per non commettere questi spropositi essi hanno rinnegato l’Internazionale comunista, nella quale erano entrati a bandiere spiegate. Nemici delle scissioni, hanno preferito scindersi da 58.000 comunisti piuttosto che da 14.000 riformisti!
      A Livorno i grandi uomini dell’Avanti! avevano ottenuto 98.000 voti: il Partito socialista, coi 14.000 riformisti, avrebbe dovuto avere 112.000 inscritti. Quando si accorsero di essere ridotti a ben pochi, spalancarono le porte delle sezioni, ma non riuscirono a mettere insieme che 80.000 tessere.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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