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      L’Avanti! commentando il «patto» di Roma ha dichiarato trattarsi di una semplice tregua, consigliata da ragioni tattiche, avente nessun altro valore che quello di un atto di guerra, poiché «non vi può essere cessazione della lotta di classe» ma soltanto mutamenti di forma a seconda delle varie contingenze. Ma l’Avanti! è l’organo del massimalismo, cioè la scena del teatro di Barnum, mentre per farsi un concetto esatto degli avvenimenti è assai piú utile conoscere il pensiero del burattinaio.
      Gino Baldesi in Battaglie sindacali, organo della Confederazione generale del lavoro, commentando il trattato, dice proprio l’opposto di quanto è affermato nell’Avanti!:
      «Non è la pace conclusa fra due eserciti in guerra. Il “patto” di Roma, è un patto “morale”, che tende a spazzar via dalla vita civile tutto quanto vi si era infiltrato e che avvelenava l’esistenza».
      I dirigenti confederali non si preoccupano neppure, come l’Avanti!, di sapere se il trattato sarà eseguito o no:
      «Che i gregari, gli associati, i seguaci di chi li rappresentò firmando, obbediscano o no è cosa di secondaria importanza. Anzi: se dovessimo credere agli ordini del giorno approvati dai fascisti delle regioni maggiormente doloranti, dovremmo essere assaliti da un senso di tristezza per il timore che la buona volontà dei dirigenti abbia da andare a cozzare contro la decisa volontà contraria dei gregari».
      I laburisti hanno sempre una soluzione: lo Stato. Se il trattato non sarà eseguito, lo faranno eseguire loro, magari andando direttamente al governo se sarà necessario: «Le leggi ci sono ed hanno a pesar per tutti.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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