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      Il problema di Milano(15)
     
     
      Bisogna porre con grande precisione e con grande franchezza agli operai di Milano il problema... di Milano. Perché a Milano, grande città industriale, con un proletariato che è il piú numeroso tra i centri industriali, che da solo rappresenta piú di un decimo degli operai di fabbrica di tutta Italia, perché a Milano non è sorta una grande organizzazione rivoluzionaria, mentre il movimento è sempre stato rivoluzionario? Perché a Milano non ci sono stati mai piú di tremila organizzati nel Partito socialista? Perché a Milano, anche quando il movimento era al suo massimo di altezza, comandavano effettivamente i riformisti? Perché a Milano tutte le associazioni operaie, sindacali, cooperative, mutue, sono sempre state nelle mani dei riformisti o semiriformisti, anche quando le masse erano spinte nelle strade dal piú entusiastico slancio rivoluzionario?
      Bisogna porre nettamente e francamente il problema alle masse, e chiamarle a risolverlo coi loro propri mezzi, con la loro volontà, con i loro sacrifici. Il problema è vitale, è il piú importante problema della rivoluzione italiana. È possibile pensare a una rivoluzione italiana se la schiacciante maggioranza del proletariato milanese non è prima stata nettamente conquistata a una concezione precisa e tagliente di ciò che sarà la dittatura proletaria, dei sacrifici e degli sforzi inauditi che essa domanderà alle masse lavoratrici? A Milano sono i maggiori centri vitali del capitalismo italiano: il capitalismo italiano può essere solo decapitato a Milano.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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