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      Se si tien conto delle origini e della natura sociale del fascismo si comprenderà l'importanza enorme di questo elemento che viene a sgretolare le basi della dominazione fascista. Questo improvviso e radicale spostamento dell'opinione pubblica, polarizzatasi intorno ai partiti della cosiddetta «opposizione costituzionale», pone questi partiti in prima fila nella lotta politica: essi devono rendersi conto, come alcuni strati della stessa classe operaia, delle necessità e delle condizioni che tale lotta impone.
      Nel campo operaio non è mancata la immediata ripercussione di questo spostamento di forze: il proletariato ha oggi la sensazione di non essere piú isolato nella lotta contro il fascismo e ciò, oltre all'immutato spirito antifascista che lo anima, determina nell'animo suo la convinzione che la dittatura fascista potrà essere abbattuta, ed entro un periodo di tempo assai piú breve di quanto non si sia pensato per il passato. Il fatto che la rivolta morale della popolazione tutta contro il fascismo nella classe operaia si è manifestata con, sia pure parziali scioperi, come forma energica della lotta; l'aver sentito il bisogno e l'aver ritenuto possibile sotto certe condizioni lo sciopero generale nazionale contro il fascismo, dimostra che la situazione va mutando con una rapidità del tutto imprevista. Chi ha dei dubbi in proposito vada fra gli operai e sentirà come sono accolti i malinconici comunicati della Confederazione generale del lavoro imploranti la calma, nei quali si definiscono «elementi irresponsabili» ed «agenti provocatori» quanti fanno propaganda per l'azione: questo linguaggio eravamo abituati un tempo a leggerlo nei comunicati polizieschi.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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