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      L'altra massa di soci, numericamente superiore alla vecchia guardia, è entrata nel Partito dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti sulla base del programma generale dell'Internazionale cosí come era applicato ed è applicato dal nostro Comitato centrale: - lotta su due fronti, contro il fascismo e contro le opposizioni aventiniane (due fronti per modo di dire, perché si tratta dello stesso fronte borghese), per l'azione autonoma del proletariato rivoluzionario, per organizzare la lotta dei poveri contro i ricchi intorno al proletariato rivoluzionario che solo può schiacciare la reazione instaurando un nuovo Stato, instaurando la sua dittatura.
      Le discussioni che avvengono nell'interno del nostro Partito non possono riguardare le basi fondamentali su cui la organizzazione comunista è nata e si è sviluppata. Tuttavia può avvenire che si formi una corrente che pretenda di fare un'opera di revisione anche in questo campo. Certo, può avvenire. Viviamo in un mondo dove si verificano i fatti piú curiosi e strani. Specialmente quando la situazione diviene obbiettivamente difficile, si verifica che singoli individui e anche interi gruppi perdano la testa e credano, e credano anche in buona fede, di aver trovato lo specifico buono per l'occasione e credano di poter risolvere la questione costituendo un tribunale che giudichi le colpe di alcuni individui, al fatidico grido di «dagli all'untore»! Ciò si è già verificato alla fine del '20 e agli inizi del '21; l'ondata rivoluzionaria del dopoguerra, dopo avere raggiunto il suo culmine nella marcia nell'esercito rosso verso Varsavia e nell'occupazione delle fabbriche in Italia, fu spezzata dalla reazione.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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