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      Se ai due fattori negativi - rimesse degli emigrati e industria del forestiero - e al terzo fattore parzialmente negativo - esportazione - si aggiunge la necessità di forti importazioni granarie per il fallimento del raccolto, è evidente che le prospettive per i prossimi mesi si presentano come catastrofiche. È necessario tener conto di questi quattro elementi per comprendere l'impotenza del governo e della classe dirigente. Certo, se il governo niente o quasi niente può fare per aumentare le rimesse degli emigrati (tener conto dell'iniziativa prospettata dal signor Giuseppe Zuccoli, presunto successore di Volpi al dicastero delle Finanze) e per fare prosperare l'industria del forestiero, qualche cosa invece si può fare per aumentare l'esportazione. È possibile in questo senso una grande politica che se pure non rimargina la ferita per lo meno tenda a cicatrizzarla. Qualcuno pensa alla possibilità di una certa politica di lavoro basata sull'inflazionismo. Naturalmente non è da escludere in senso assoluto questa possibilità, ma: 1) se anche si verificasse i suoi risultati nel campo economico sarebbero relativamente minimi; 2) i suoi risultati sarebbero invece catastrofici nel campo politico. Occorre infatti tener presenti questi elementi:
      1) L'esportazione rappresenta nella bilancia italiana solamente una parte dell'attività, al massimo i due terzi; 2) per pareggiare la bilancia non solo occorrerebbe condurre l'attuale base produttiva al suo massimo rendimento, ma occorrerebbe allargare la stessa base produttiva comprando all'estero nuovi macchinari, ciò che peggiorerebbe ancora la bilancia; 3) le materie prime per l'industria italiana sono importate dall'estero e devono essere pagate con moneta non svalutata.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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