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      Un aumento della produzione su larga scala porterebbe alla necessità di avere una enorme massa di capitale circolante per l'acquisto delle materie prime; 4) occorre tener presente che il fascismo come fenomeno generale ha, in Italia, portato al minimo i salari e gli stipendi della classe lavoratrice. L'inflazione è comprensibile in un paese ad alti salari, come surrogato del fascismo, per abbassare il livello di vita delle classi lavoratrici e quindi ridare elasticità alla borghesia italiana. Non è comprensibile in Italia dove il tenore di vita della classe operaia sta rasentando già la fame.
      Come può, dunque, risolvere la crisi la classe dominante? La politica economica del governo fascista è stata sin qui caratterizzata dalla mancanza di una linea decisa e precisa. Il governo fascista segue la politica del giorno per giorno. Tuttavia gli ultimi suoi provvedimenti per la «battaglia economica» sono essenzialmente diretti contro le masse lavoratrici. Dal sistema di compressione delle classi lavoratrici, culminata con la legislazione sindacale, si è passati all'aumento delle ore di lavoro, il quale determina la disoccupazione quindi la riduzione dei salari per l'accrescimento della mano d'opera sul mercato del lavoro. I salari subiscono una nuova diminuzione che è provocata indirettamente dalla fissazione del costo della vita non già sul costo reale di essa, ma sui numeri indici forniti dagli spacci governativi. Tutto ciò non può non provocare una maggiore radicalizzazione delle masse e il loro spostamento verso le forme di lotta sempre piú recise.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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