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      1. Che cosa succede in Russia? Come sono organizzati in Russia i municipi? Come si riesce a mettere d'accordo gli operai e i contadini, dato che i primi vogliono comprare i viveri a basso prezzo e i secondi vogliono venderli convenientemente? Gli ufficiali dell'Armata Rossa e gli impiegati dello Stato dei Soviet sono come gli ufficiali e gli impiegati del nostro paese? Sono di un'altra classe o sono operai e contadini?
      2. Spiegateci perché noi operai (parlava un artigiano, fabbro-ferraio) abbiamo abbandonato le fabbriche che avevamo occupate nel settembre 1920. I signori ci dicono sempre: «Le avevate sí o no occupate le fabbriche? Perché dunque le avete abbandonate? Certamente perché senza il "capitale" non si può far nulla. Avete mandato via i capitalisti e cosí è venuto a mancare il "capitale" e voi avete fatto fallimento». Spiegateci dunque la quistione perché cosí sapremo rispondere; noi sappiamo che i signori hanno torto, ma non sappiamo dire le nostre ragioni e dobbiamo spesso chiudere la bocca.
      L'irradiazione rivoluzionaria dell'occupazione delle fabbriche è stata enorme, tanto in Italia che all'estero. Perché? Perché le masse lavoratrici videro in essa la riprova della rivoluzione russa in un paese occidentale, in un paese industrialmente piú progredito della Russia, con una classe operaia meglio organizzata, tecnicamente piú istruita, industrialmente piú omogenea e coesa di quanto fosse il proletariato russo nell'ottobre 1917. Siamo noi capaci di gestire la produzione per conto nostro, secondo i nostri interessi, secondo un nostro piano?, si domandavano gli operai.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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