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      La quistione allora è questa: quale apprezzamento dobbiamo dare del peso specifico dei «vecchiumi» peculiari all'Italia? Essi esistono, debbono essere superati. In ciò siamo d'accordo. Ma rappresentano essi il contenuto per l'opera storica di tutta un'epoca, di tutta una generazione e di piú di una generazione; sono essi il maggior comma dell'ordine del giorno che la storia implacabilmente ci impone di esaurire? O non sono invece solo dei dettagli, degli aspetti secondari del nostro duro lavoro storico? Questo è il problema che si pone. Per noi il contenuto dell'opera storica che si impone alle attuali generazioni è la realizzazione del socialismo. Nella via laboriosa e difficile verso questa realizzazione, troviamo dei cadaveri da interrare, dei vecchiumi da spazzar via; dobbiamo farlo, e lo faremo perché è necessario; ma un cadavere specialmente abbiamo il preciso compito di interrare: quello del capitalismo; una via dobbiamo aprire: quella che conduce al socialismo; questo è il nostro specifico dovere, non altro; nel percorrere quella via adempiremo ai compiti secondari e di dettaglio.
      La concentrazione repubblicana esprime nella situazione italiana questi caratteri secondari e di dettaglio: noi riconosciamo l'esistenza e il peso relativo delle quistioni che da essa sono poste; perciò ci occupiamo della concentrazione, discutiamo con i suoi esponenti, abbiamo cercato, e cercheremo ancora con molta probabilità di avere dei rapporti di alleanze. Ma se prendiamo in considerazione i lati storicamente positivi di questa corrente politica, non possiamo e non dobbiamo nasconderci, e nascondere al proletariato i lati negativi di essa.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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