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      È possibile e probabile che l'unità non possa essere conservata almeno nella forma che essa ha avuto nel passato. È anche certo che tuttavia non crollerà il mondo e che occorre far di tutto per preparare i compagni e le masse alla nuova situazione. Ciò non toglie che sia nostro dovere assoluto richiamare alla coscienza politica dei compagni russi e richiamare energicamente, i pericoli e le debolezze che i loro atteggiamenti stanno per determinare. Saremmo dei rivoluzionari ben pietosi e irresponsabili se lasciassimo passivamente compiersi i fatti compiuti, giustificandone a priori la necessità.
      Che l'adempimento di un tale dovere da parte nostra possa, in via subordinata, giovare anche all'opposizione, deve preoccuparci fino ad un certo punto; infatti è nostro scopo contribuire al mantenimento e alla creazione di un piano unitario nel quale le diverse tendenze e le diverse personalità possano riavvicinarsi e fondersi anche ideologicamente. Ma io non credo che nella nostra lettera, la quale evidentemente deve essere letta nel suo insieme e non già a brani staccati e avulsi, ci sia un qualsiasi pericolo di indebolire la posizione della maggioranza del Comitato centrale. In ogni caso, appunto in vista di ciò e della possibilità di una tale apparenza, in una lettera aggiunta ti avevo autorizzato a modificare la forma: potevi benissimo posporre le due parti e mettere subito nell'inizio la nostra affermazione di «responsabilità» dell'opposizione. Questo tuo modo di ragionare perciò mi ha fatto una impressione penosissima.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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