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      Ognuno dei gruppi che abbiamo indicati tiene legata a sé una parte della popolazione lavoratrice italiana. La modificazione di questo stato di cose è soltanto concepibile come conseguenza di una sistematica e ininterrotta azione politica della avanguardia proletaria organizzata nel Partito comunista.
      Una particolare attenzione deve essere data ai gruppi e partiti i quali hanno una base di massa, o cercano di formarsela come partiti democratici o come partiti regionali, nella popolazione agricola del Mezzogiorno e delle Isole (Unione nazionale, partiti d'azione sardo, molisano, irpino, ecc.). Questi partiti non esercitano una influenza diretta sul proletariato, ma sono un ostacolo alla realizzazione della alleanza tra operai e contadini. Orientando le classi agricole del Mezzogiorno verso una democrazia rurale e verso soluzioni democratiche regionali, essi spezzano l'unità del processo di liberazione della popolazione lavoratrice italiana, impediscono ai contadini di condurre a un esito la loro lotta contro lo sfruttamento economico e politico della borghesia e degli agrari, e preparano la trasformazione di essi in guardia bianca della reazione. Il successo politico della classe operaia è anche in questo campo in relazione con l'azione politica del partito del proletariato.
      21. La possibilità di un abbattimento del regime fascista per una azione di gruppi antifascisti sedicenti democratici esisterebbe solo se questi gruppi riuscissero, neutralizzando l'azione del proletariato, a controllare un movimento di masse fino a poterne frenare gli sviluppi.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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