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      c) il coordinamento unitario delle diverse specie di attività a mezzo di comitati nei quali si articola tutto il partito come organo di lavoro tra le masse;
      d) il funzionamento collegiale degli organi centrali del partito, considerato come condizione per la costituzione di un gruppo dirigente «bolscevico» omogeneo e compatto;
      e) la capacità dei compagni di lavorare tra le masse, di essere continuamente presenti tra di esse, di essere in prima fila in tutte le lotte, di sapere in ogni occasione assumere e tenere la posizione che è propria dell'avanguardia del proletariato. Si insiste su questo punto perché la necessità del lavoro sotterraneo e la errata ideologia di «estrema sinistra» hanno prodotto una limitazione della capacità di lavoro tra le masse e con le masse;
      f) la capacità degli organismi periferici e dei singoli compagni di affrontare situazioni imprevedute e di prendere atteggiamenti esatti anche prima che giungano disposizioni dagli organismi superiori. È da combattere la forma di passività, residuo essa pure delle false concezioni organizzative dell'estremismo, che consiste nel sapere solo «attendere gli ordini dall'alto». Il partito deve avere alla base una sua «iniziativa», cioè gli organi di base devono saper reagire immediatamente ad ogni situazione imprevista e improvvisa.
      g) la capacità di compiere un lavoro «sotterraneo» (illegale) e di difendere il partito dalla reazione di ogni sorta senza perdere il contatto con le masse, ma facendo servire come difesa il contatto stesso con i piú vasti strati della classe lavoratrice.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415