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      Guerra nazionale ed imperiale, questa. D'accordo. Ma l'on. Salandra è prudente e il secondo aggettivo lo evita, mentre l'on. Boselli con esso non può dare la summenzionata sensazione di muffa, perché con esso non c'è da mutare nella pronuncia l'o con l'u. È soprattutto per questa mutazione che io — iconoclasta con pochi anni — sono pure contentone che l'on. Boselli sia diventato cugino del re...
      (2 gennaio 1916).
     
     
      I DENARI SONO POCHI
     
      Come diceva Fanfulla a Barletta. I denari che Torino ha dato per la guerra son pochi. Ma guai a dirlo. I giornali cittadini salterebbero su subito a protestare e, con uno di quegli sgambetti contabili in cui sono tanto abili i giolittiani e gli altri, dimostrerebbero in modo lampante che Torino, in rapporto alla sua potenzialità economica, ha anche fatto troppo. Ma è inutile; i denari son pochi. Si sente che in Torino manca quello slancio, quell'amore appassionato, quella fede in un'idea che... fa vuotare i portafogli, che sveglia la facoltà inventiva e fa trovare il mezzo piú adeguato per rendere piú fruttifera che sia possibile un'iniziativa. Cosa si è fatto dalla nostra patriottica borghesia? Si è scocciato tremendamente il prossimo con uno stillicidio di signorine armate di fiori e di sorrisi piú o meno allettanti, si sono tirati fuori i piú frusti ferravecchi dell'oratoria di parata, si sono dati spettacoli che hanno fatto sbadigliare i pochi volenterosi, ma è stato inutile; i denari sono rimasti pochi, pochi... Solo la passione può suggerire certe cose.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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