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      SOTTO LA NEVE
     
      Il compitino che le maestre crederanno di dovere infliggere oggi ai loro scolari dirà che sotto la neve c'è il solito cane. I giornali l'hanno risparmiato il solito compitino, e hanno trascurato di scoprire con sempre nuova originalità che Torino sotto la neve è cosí e cosà, che i suoi viali alberati sembrano ricami e trine della fata Morgana, la quale si cura ogni tanto di dilettare gli occhi dei cittadini con le sue bizzarre fantasie. A me la neve fa venire pensieri un po' prosaici e pedestri. Non mi sarebbe difficile ricorrendo a quella preziosissima miniera di motivi poetici che è il defunto «Popolo della Domenica», trovare materia per scrivere una variazione del «fioccate, fioccate, leggiadri fiocchettini», ma preferisco tenermi al sodo.
      Sotto la neve... Per esempio la giunta sotto la neve questa volta deve aver trovato un magnifico risparmio. L'anno scorso le abbondanti e impreviste nevicate credo avessero fatto impostare in bilancio una somma di circa settecentomila lire in piú del solito; quest'anno deve esserci stata una spesa minore anche dell'ordinario. Ma non perciò pare che i padri coscritti pensino ad essere meno taccagni verso la periferia: i proletari continueranno a trovare sotto la neve... fango e mota, e in questi tempi di illuminazione ridotta, i loro accidenti non saranno meno energici del solito.
      Vagolano per la notte in certi paraggi poco frequentati dalle carrozze padronali ombre scure precedute dal riflesso di lanternine cieche, e per esse la neve sulle strade non ancora selciate non deve essere una cosa molto poetica e suaditrice di pensieri soavi.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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