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      Perché non acciuffava dei delinquenti colpevoli di materiali delitti già commessi, ma preveniva tutta una possibile serie di crimini futuri. Prevenire, non punire, si è sempre urlato, deve essere il compito della giustizia oculata, conscia del proprio dovere.
      E va bene! Non abbiamo niente da obiettare. Siamo arcipersuasi che tutti gli uomini fin dalla prima fanciullezza si abituano ad incollarsi sulla faccia una maschera di onestà, di serietà, di galantomismo, che in fondo non sarebbe estremamente difficile strappare, se le convenienze sociali non imponessero doveri ed obblighi piú forti della stessa coercizione violenta. Se uno stupido, o una scema, preferisce portare la sua maschera nella borsetta e il dito di Dio ve la va a scovare, sua colpa. Non doveva essere stupido o scema e doveva fare come gli altri. Non si fa il pick pocket nei treni, anche se da Novara a Torino, senza possedere già naturalmente tre o quattro o quante maschere necessarie per la propria truccatura.
      Ma vedrete! Le quattro donne riusciranno a dimostrare... la loro innocenza; le maschere della borsetta, a grande scorno della polizia, saranno dimostrate molto piú innocue delle innumerevoli maschere che gli uomini portano in giro per le strade, e saranno sempre queste dalle quali dovremmo specialmente guardarci, perché solo dopo averne subito l'inganno, ci accorgeremo che sono maschere e non facce.
      (16 marzo 1916).
     
     
      ANFIBIO
     
      Il direttore della «Gazzetta del Popolo» porta nel suo nome proprio le caratteristiche della sua personalità. È un anfibio.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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