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      .. portafogli degli azionisti dell'Esposizione, di aver male amministrato, di aver sperperato i denari affidati alla sua fede di presunto galantuomo. Ma Botero querelò il suo accusatore; Delfino cestina e rimane muto come un... pesce. Ohibò! noi non ce l'abbiamo a male. Ma con una spilla acuminata vogliamo fissare bene in vetrina questo grazioso esemplare della zoologia politicante ed esibirlo all'ammirazione dei nostri lettori. Signori, questi è quel tale che scrisse contro il ministro Tedesco che tardò due anni a rendere i conti libici e presentò una contabilità arruffata e disorientatrice per fare perdere la bussola ai suoi critici. Quel tale che ha combattuto gli zuccherieri perché presentavano dei bilanci falsi e volevano far credere di far lavorare i loro operai un numero di ore triplo di quello reale. Quel tale che mette sempre in vista le atroci malefatte di tutti i parroci ingravidatori di serve e ogni luridume dei suoi avversari vuole sia messo bene in vista.
      Ebbene costui ha fatto altrettanto e peggio: ha amministrato milioni, e non vuol rendere i conti; ha dilatato il bilancio della sua gestione quintuplicandolo, e non vuol dirne le ragioni; fa nascere il sospetto, documentato da una relazione governativa, d'aver sperperato, e vuole aspettare che una benefica prescrizione metta tutto in tacere. È direttore di un giornale e cestina gli appelli all'onestà e alle corrette norme amministrative. Signori, questo esemplare zoologico non è né un delfino né un orso, e non appartiene neppure al regno animale.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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