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      Perciò i versi del giovane goriziano martellano con insistenza il cervello. La vita che diventa causa di morte, e la morte che creerà la nuova vita. Le crisalidi sono il simbolo piú vivo di questo momento della vita mondiale. Ma se per alcuni sorride il sacrificio perché per la loro morte si aggiunge un nuovo filo d'oro al bozzolo che domani sarà sgomitolato, per altri il dubbio corrodente avvelena gli ultimi istanti, perché il bozzolo conterrà fili d'oro, ma l'oro non sarà solo nell'immagine.
      (2 aprile 1916).
     
     
      SOFISMI CURIALESCHI
     
      Un amico, che è anche avvocato, mi scrive una lunga epistola per esprimere il suo dissenso a proposito dei nostri rilievi circa i profitti della Fiat — cento per cento — e gli onorari veramente colossali dei suoi amministratori e direttori. Non dico che l'amico voglia fare l'avvocato difensore dei banditi dell'economia nazionale. Se cosí fosse io avrei torto marcio di intrattenermi seco lui a discutere su un argomento che palpita di attualità. Dice l'amico mio: «Se fu tuo intento elevare una constatazione e dare una notizia di cronaca industriale, nulla ho da osservare; ma se oltre a rilevare l'immoralità della organizzazione capitalistica per cui si rende possibile ammassare e concentrare favolose ricchezze, tu hai voluto rimproverare gli utili enormi agli uomini, o meglio all'uomo della Fiat, quasi che la loro realizzazione rifletta l'immoralità del sistema borghese sulle personali responsabilità, mi permetto di dissentire da te. Attraverso a difficoltà terribili, ad episodi scabrosi e dolorosi — con visione precisa e volontà inflessibile — l'uomo della Fiat ha creato con minimi mezzi un organismo industriale, che sarebbe parso impossibile nel nostro Paese».


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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