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      E cosí la Grande Rivoluzione è passata, rapinando nella sua furia tante cose che sembravano durature, e le vecchie carte sono rimaste, con le loro linee semplici, grottesche, incoscientemente caricaturali, e sono talmente entrate nelle abitudini mentali cosí come sono, che ormai hanno acquistata l'immortalità.
      Hanno un loro linguaggio le vecchie carte, che richiamano le miniature medioevali con le effigi dei re longobardi, e nulla oppone tanti ostacoli alle innovazioni quanto il linguaggio. Tanto è vero che gli esperantisti sono ancora, dopo tanti anni, allo stato di bozzolo senza farfalla, e da Leibniz al dott. Xamenoff non è da dire che siano loro mancati i paladini.
      (30 aprile 1916).
     
     
      FUORI DAI CARDINI
     
      I cosí detti «drammi d'amore» si susseguono in modo impressionante. Cosí annota la cronaca, raccontando con la solita esuberanza di particolari come qualmente il cittadino Ermenegildo Grosa, soldato del 7° Bersaglieri, abbia soffocato con un cuscino la sua amante Caterina Astegiano in una solitaria camera dell'albergo del Merlo Bianco, e come qualmente in seguito si sia svenato recidendosi la carotide. E il cronista, per dovere professionale, fa le sue ipotesi, avanza i suoi dubbi, istrada i lettori ai misteri delle camere d'albergo dove si dànno convegno gli amanti appassionati.
      Ma il cronista non convince. E, d'altronde, non è questo un suo compito. Perché questi fattacci si ripetano con periodica assiduità bisogna convenire che qualche elemento nuovo è sopraggiunto a sconvolgere il ritmo che finisce per crearsi anche nelle attività piú bestiali dell'uomo, anche nell'assassinio.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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