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      Perché l'articoletto è uguale, quasi identico sul quotidiano e sul settimanale, che sono apparsi ambedue sabato scorso, ed è per lo meno curioso notare come in questo periodo vi siano ancora cosí strette relazioni fra la stampa cattolica e quella nazionalista. È ben vero che si tratta di dare addosso ai socialisti, e che la compiacenza della diminuzione delle nostre forze può bene unire i due avversari. Ma ciò nonostante se lo sa l'«Unità cattolica» di questi amoreggiamenti, che rabbuffo! Hanno dunque constatato la decadenza del movimento socialista, la diminuzione dei soci nelle nostre organizzazioni economiche nel 1915; il «Momento», pantofolesco e gesuita, non osa trarre apertamente la conclusione del nostro fallimento; la «Patria», piú audacemente bugiarda, esulta e dichiara che l'organizzazione socialista è ad acqua bassa.
      Discutere sul serio delle cause e dell'importanza di questa situazione è vano. Non v'è imbecille che non capisca come dopo un anno di guerra, con parecchi milioni di uomini sotto le armi, con la soppressione piú o meno larvata di ogni propaganda, con l'internamento di qualche organizzatore, sia quasi un miracolo avere ancora intatti i quadri, saldi i nuclei dei nostri organismi economici e politici. E poi, farebbe il «Momento» il piacere di comunicarci il numero dei soci della Lega del lavoro? e la «Patria» quello degli operai del Gruppo nazionalista, e della Umberto I? Chi sa se i cinque tipografi cattolici sono già diventati sei? Chi sa se la «Costituzionale» ha finalmente trovato un operaio al quale offrire la candidatura al consiglio comunale, per non dover ancora ricorrere ad un proprietario, che rimane operaio solo nei manifesti elettorali?


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Lega Gruppo Umberto I