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      O tutto o nulla. Ci parrebbe una menomazione accettare uno Statuto cosí monco e ristretto. L'on. Salandra non ha pensato a questo inconveniente, quando presentava alla firma luogotenenziale il decreto. Il pensiero di risparmiare sette ore di luce gli ha impedito di rimandare d'una settimana l'applicazione della nuova misura? Oppure la sua adesione alle idee estreme è stata tanto integrale da non fargli ricordare neppure quel giorno che decurtava cosí draconianamente? Non indaghiamo. Esprimiamo solo il nostro rincrescimento per la festa mancata. E non ci chiamino imboscati anche delle nostre nuove idee, gli avversari. Si mettano nei nostri panni. Lo scartamento ridotto non piaceva neppure a loro per il loro programma. E lo Statuto di ventitre ore è a scartamento ridotto, sia permesso dirlo; ventiquattro ce ne vogliono, come nei carati per l'oro, altrimenti non ci decideremo mai a dimostrare visibilmente con i cortei e i comizi, che abbiamo fatto il gran salto e che abbiamo rinnegato le utopie di ieri, del resto cosí bene rappresentate oggi da tanta gente «per bene».
      (4 giugno 1916).
     
     
      LABIRINTO
     
      Non sarebbe difficile rintracciare nelle obiezioni che il compagno Bertero ha mosso alla proposta del quotidiano socialista i caratteri specifici di una determinata «tendenza». Ma ciò ha un'importanza relativa, in questo momento; importa di piú dimostrare che quelle obiezioni sono assurde in se stesse, che impancarsi e teorizzare sulla loro origine logica è spezzare una lancia superflua contro un modo di concepire l'attività del nostro partito, che, secondo noi, è definitivamente superata e non può sperare piú in alcuna riscossa.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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