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      Teme che alla fine del conflitto sia dato un taglio ai crediti verso i richiamati, e che lo Stato rimborsi solo in minima parte. L'esempio malefico della democrazia francese lo pone in pensiero; con la mania di mimetismo che affligge l'Italia, non sarà seguito anche in ciò il modello straniero? Ah! quegli stranieri... E il professore che del dio quattrino è molto devoto e non pone allo sbaraglio il suo non magro bilancio neanche per la sottoscrizione e per la Croce Rossa, tanto fa e tanta eloquenza italiana adopera, che finalmente riesce a convincere il suo inquilino a pagare il fitto senza valersi del decreto luogotenenziale, accettando un magnanimo piccolo sconto. Meglio un uovo sicuro oggi, che una problematica gallina domani, ragiona il posato prof. Cian, il quale alla patria e ai suoi difensori vuol fare sacrifizio solo della sua serietà di uomo, ma non dei suoi quattrini e del suo purissimo sangue, a ben altri destini chiamato dalla sorte.
      (6 luglio 1916).
     
     
      IL SILENZIO È D'ORO...
     
      Il consiglio comunale emise un giorno un voto per impedire che una chiesa monumentale finisse nelle ugne dei gesuiti. Dopo quattro giorni questi si impadronirono della preda agognata... Chi se ne è occupato? Silenzio assoluto. L'amministrazione civica tace, il sindaco va e viene da Roma a Torino a Montecatini, in cerca di un portafoglio ministeriale o d'una feluca diplomatica... La stampa tace... Non un quotidiano torinese, all'infuori del nostro, ha trovato qualche cosa da ridire. I gesuiti... oibò, roba vecchia ormai; poi hanno tale fama di lottatori possenti ed accaniti, che è bene non disgustarli, possono diventare nemici troppo pericolosi.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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