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      Naturalmente il rinomato commendatore, che capisce poco, lascia passare senza accorgersi della stonatura.
      Bevione teme che i socialisti finiscano per aver ragione, se il ministero non saprà sostituirsi al parlamento. Stia tranquillo, l'onorevole per il quarto; essi l'avranno. Sarà ragione non compiutamente socialista. È il nostro destino e la nostra missione di sostituirci alla borghesia nelle funzioni e nelle ore della sua piú grande responsabilità.
      [Nove righe censurate].
      (10 luglio 1916).
     
     
      L'INTERVENTO DI CRESCENTINO
     
      Il consiglio comunale di Crescentino è intervenuto. Bene! un bel discorso, quello del sindaco, signor C. Botto (bisogna pur nominarlo; è ormai sulla via della celebrità anche lui!) Una magnifica raccolta di tutti gli aggettivi piú usati contro gli austriacanti ed antipatriottici socialisti, poi l'esaltazione dell'esercito italiano, poi l'indignazione della cittadinanza contro l'indegno rappresentante politico, ed infine un paio di telegrammi, con relativa commozione generale.
      Disgraziato Maffi! Persino nel suo collegio è sconfessato, rinnegato, ingiuriato. E lui tace e non sente il dovere di cedere subito il collegio all'on. Montú, ben piú autentico rappresentante degli agrari vercellesi?...
      Perché li conosciamo bene, quei signori del consiglio crescentinese, (e li conoscono bene anche i lavoratori delle risaie); li conosciamo quei grandi proprietari terrieri sfruttatori audaci ed inesorabili dei contadini e dei consumatori!
      Ricordiamo, non molti anni or sono: dieci soldi al giorno alle risaiole e quattordici ore di lavoro; le capanne dove, sulla paglia marcia e puzzolente, venivano gettate a riposare le mondine emigrate, ammucchiate come balle di merci, peggio, molto peggio del bestiame, che costa quattrini; il pane ammuffito, il vinello inacidito, le zuppe immangiabili con il riso di qualità infima e con la pasta avariata.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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