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      La falange irresistibile, non la lotta da talpe delle trincee fetide. Siamo dei giovani vecchi. Vecchi per il cumulo enorme di esperienze che in poco tempo abbiamo raggruzzolato, giovani per il vigore dei muscoli, per il desiderio irresistibile di vittoria che ci investe. La nostra generazione di vecchi giovani è quella che dovrà realizzare il socialismo. I nostri avversari si sono svuotati nell'enorme sforzo sostenuto per difendere ognuno il suo campicello. Ebbene, su questo tronco veramente decrepito meniamo il colpo finale della nostra mazza e l'ora nostra sarà giunta, scoccata per la nostra volontà irresistibile, sí, ma riflessiva.
      (13 luglio 1916).
     
     
      14 LUGLIO
     
      Un pregiudizio. Si dice: «Parigi, la Francia della vigilia non avevano repubblicani». Bisognerebbe dire: i rivoluzionari francesi non avevano come fine immediato di creare la repubblica. La loro meta era piú lontana, era piú generale; era internazionale, in fondo. La loro rivoluzione era economica — come quella che noi prepariamo — non politica. Si voleva che fosse la borghesia a dar legge alla produzione, che fossero i produttori di allora a creare con le proprie mani il loro avvenire, la loro vita: la terra ai contadini che la coltivavano, non ai signori feudali che vi andavano solo a caccia di lepri e di belle figliole; l'industria all'industriale, non al clero ed alla nobiltà che imponevano taglie, che volevano la loro parte — e che parte! — e inceppavano il lavoro con balzelli, con dogane interne particolari, ecc.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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