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      La pietra filosofale entra in funzione. Morgari è, naturalmente, un traditore della patria, un ribaldo marrano, un rinnegato venduto allo straniero... e via di seguito! L'«Idea nazionale» fa persino, melodrammaticamente, levar la testa ai morti dal tumulo per maledire ed esecrare...
      Evidentemente l'anima garibaldina di Monicelli non è stata ancora anestetizzata a dovere dagli acidi del realismo di cui fanno pompa le mosche cocchiere del suo giornale. Perché primo canone di realismo è riconoscere la realtà degli altri. E la realtà morgariana è il socialismo, non il nazionalismo, l'internazionale anche della realtà e dell'onestà, e non i confini e i pali dei doganieri. Che una verità detta in Italia durante la guerra possa venire sfruttata dal «Risveglio austriaco» per fini non socialisti è cosa fatale e indeprecabile, come tale era che i discorsi di Liebknecht venissero sfruttati in Italia e nell'altro tripode dell'Intesa. Anche ciò è una realtà, e noi l'accettiamo con tutte le sue conseguenze, poiché vogliamo essere soprattutto socialisti sinceri e onesti.
      Comprendiamo perfettamente, perché è un atto della nostra volontà, di essere agli antipodi dell'«Idea nazionale», e non ci mettiamo perciò le mani nei capelli, né entriamo in crisi di coscienza. Non siamo dilettanti del sentimentalismo. Vogliamo che l'Internazionale viva sempre nella coscienza nostra e in quella dei compagni di dovunque. A ciò, solamente, che fa uscire dai gangheri gli avversari: vedere che questa coscienza internazionale vive ancora ed ha ancora bocche per parlare e orecchi che ascoltano!


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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