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      Invece parlano e operano fra l'indifferenza generale, e continuano ad imporre le loro persone ribalde, in omaggio allo spirito democratico, che vuol dire in Italia solo impunità per i birbanti quando essi siano grandi personalità del mondo politico o giornalistico. Contro questi truffaldini dell'opinione pubblica la società borghese si è sempre dimostrata incapace a reagire, impotente a punire. È necessario che una forza estranea intervenga, superiore alle categorie di parte, agli aggruppamenti artificiali intorno alle persone ed ai sistemi demagogici. Il compito nostro ne risulta ingrandito, illuminato da una superiore luce morale. In questa società podagrosa, ammuffita, [due righe censurate] noi porteremo anche l'ordine morale, oltre che quello economico. Spazzeremo via queste combriccole criminali di camorristi, che, dopo fatto il colpo, litigano per la preda. La città che noi costruiremo non deve avere i vicoli per le rappresentazioni atrocemente divertenti della «Gran Via».
      (17 agosto 1916).
     
     
      LOTTA DI CLASSE E GUERRA
     
      La dottrina di Carlo Marx ha dimostrato anche ultimamente la sua fecondità e la sua eterna giovinezza offrendo un contenuto logico al programma dei piú strenui avversari del Partito socialista, ai nazionalisti. Corradini saccheggia Marx, dopo averlo vituperato. Trasporta dalla classe alla nazione i principi, le constatazioni, le critiche dello studioso di Treviri; parla di nazioni proletarie in lotta con nazioni capitalistiche, di nazioni giovani che debbono sostituire, per lo sviluppo della storia mondiale, le nazioni decrepite.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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