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      Già, al «Momento», malgrado la assidua presenza del canonico-censore, che ha l'incarico di reprimere le bestemmie che possono sfuggire dalla bocca dei tipografi e degli speditori, ed insieme quello di vigilare a che i giornalisti, di origini cosí varie e di un passato cosí compromettente, non violino i confini della dottrina cristiana, ad onta di tutte le varie benedizioni che piovono sovente, c'è al «Momento» un impressionante puzzo satanico.
      Persino il critico artistico — Saverio Fino, Savio Fiore, Mario Valli, quanti nomi per... nessuno — si fa tirar le orecchie dai custodi severi della fede. In uno degli ultimi numeri della «Civiltà cattolica» il padre gesuita recensore scrive di un libro per la quarta classe elementare di Saverio Fino e Francesco Mattana (carino questo accoppiamento di un consigliere comunale e d'un direttore di scuole civiche, per confezionare un libercolo che avrà naturalmente larga diffusione nelle elementari cittadine) e dice: «Il libro dei proff. Fino e Mattana ha pochino, pochino di quella dottrina e pratica religiosa che deve supporsi in tutti gli alunni cattolici, e che è parte cosí necessaria all'educazione». Povero Fino; se lo sanno le suore che assistono e sorvegliano le sue lezioni di diritto negli istituti femminili clericali, non lo dipingeranno certo piú alle alunne come un modello di cristiano!
      Diceva dunque il «Momento»: nei bambini la politica è difficile faccia presa...
      Benissimo, tanto che potremmo quasi essere d'accordo. Sia la fanciullezza lieta, libera e spensierata; non si costringano i piccoli cervelli in schemi preordinati e le piccole anime si espandano al sole, alla vita, senza la cappa di piombo d'una dottrina o... d'una religione.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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