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      E la scempiaggine non è solo dannunziana: è dei cattolici, è dei monarchici, è dei repubblicani, è di tutti quelli che della mistica hanno fatto una massima d'azione e di propaganda. [Quindici righe censurate]. E per qualcuno può ben essere cosí. I santi esistono ed esisteranno; i mistici che bruciano in una fiamma di passione superumana tutte le scorie della loro terrena esistenza e assurgono a puro spirito, esistono ed esisteranno. Ma essi vivono questo misticismo e se ne consumano; non possono comunicarlo. Fare della loro vita una massima è scempio. Massima d'azione può essere la volontà, la ricerca, lo studio, la coerenza, la disciplina, non l'inconoscibile, l'oscurità, il lampo rivelatore, l'intuizione che sgorga dalle profondità dell'essere, senza seguire alcuna legge, senza presentare caratteri di uniformità. Chi ha per massima di vita il misticismo è una scimmia, non un uomo, è un retore, non un maestro, sia egli D'Annunzio, o il predicatore della chiesa cattolica, o il giornalista del trust clericale. È un imbroglione, incosciente qualche volta, quasi sempre cosciente del fine che vuol raggiungere. Profanatore D'Annunzio? Scempi imbroglioni D'Annunzio e i suoi fustigatori che si ricordano di Rapagnetta, ma ammirano quei famosi scocciatori che sono Paolo Bourget o Antonio Fogazzaro.
      (29 gennaio 1917).
     
     
      RIVOLGERSI ALLA PORTINAIA
     
      Ho letto anch'io l'articolo del comm. Sebastiano Lissone sulle «colazioni, pranzi e cene di guerra». Ho voluto provare a fare economia, a spendere solo lire 2,03 o lire 1,02 al giorno, variando ogni giorno le vivande, arricchendo ogni giorno di fosforo ed azoto il mio organismo con pochissima spesa.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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