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      Sull'altare della cappella è stato trovato dopo una notte procellosa, solcata da baleni piú lividi di tutto il livore della coorte infernale, un mucchietto d'ossa: sono quelle di S. Settembrina, che ha cercato rifugio e ristoro alla sua mala sorte nella città dalle mille chiese, nella città delle beghine danarose, che non esitano a rovesciare i calzini di lana sui banchi delle sottoscrizioni permanenti per il maggior incremento della santissima chiesa cattolica. Le ali della fama divulgano per il mondo la notizia. Strida di dolore sul piano di Canapale, osanna e alleluia in corso Moncalieri. La santa ha finito le sue peripezie. Si fa il processo canonico, che è un trionfo per lei. Il calendario si arricchisce di un nuovo nome. Torino ha una nuova chiesa, e un rigagnoletto d'oro di piú fluisce nella nostra città, benedetta dal Signore.
      Cosí sarebbe successo. Invece no. La vergine e martire Settembrina non ha finito con le peripezie. Una mano ha turbato il normale e logico svolgersi degli avvenimenti. Perché il ladroncello anonimo ha proprio scelto nel mucchietto dei pacchi postali quello che conteneva una parte delle ossa canapalesi? Mistero della provvidenza divina. Dito di Dio, o coda del diavolo? Altro mistero imperscrutabile. Ma il certo è che il castello fondato sul mistero della traslazione è crollato. E le macerie hanno finito col polverizzare le ossa di Settembrina, che non è piú vergine né martire.
      Lo dichiara don Soldi (si chiama proprio cosí), parroco di Badia a Pacciano, sul piano di Canapale.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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