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      Ma i cittadini rimangono indifferenti. Sono piccole cose, non credono dignitoso intervenire, dire le poche parole necessarie. Considerazioni melanconiche. La vita è tutto un fitto tessuto di queste piccole cose, ed è in gran parte malvagia, faticosa, caotica, perché queste piccole cose non sono credute degne di considerazione. I cittadini italiani ridono per queste piccole cose, si rimettono per queste piccole cose all'autorità, ai tutori dell'ordine. Ciò che potrebbe essere evitato se il costume fosse diverso, se i cittadini fossero meno indifferenti, finisce col diventare nella macchina gerarchica dell'autorità, farragine incomposta, giustificazione di burocrazia pletorica: per accertare, riparare e far rifondere un danno di pochi soldi la collettività spende centinaia di lire, e autorizza l'esistenza di una macchina complessa di intermediari e di agenti che costano migliaia di lire. Ma i cittadini rimangono indifferenti e ridono. E la meditazione sulle piccole cose diventa piú malinconica ancora, perché i cittadini hanno una loro ragione inconsapevole. La funzione di tutori dell'ordine è in mano ai questurini: i questurini preferiscono, per tante ragioni, di vestire in borghese. Intervenire per far cessare un piccolo-grande disordine può portare ad essere confusi con un questurino in borghese, e la confusione non sarebbe piccola infamia. Cosí avviene che per i bisticci del costume in voga, i cittadini rimangono indifferenti, i questurini e i vigili assenti, le assi vengono schiodate, disperse, e la macchina funziona: sopraluoghi, ispezioni, e cumuli enormi di carta riempiti di inutilità dall'innumerevole coorte di graffiacarte.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742