Pagina (495/742)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ma il buon conservatore, il liberale genuino continueranno a rimaner convinti che lo Stato, attraverso i suoi organismi e specialmente attraverso la polizia, vada sempre piú esplicando la sua missione di organo etico della nazione.
      (19 settembre 1917).
     
     
      IL REGOLO LESBIO
     
      Le sanzioni contro i nemici interni, contro i sabotatori della guerra sono venute. Credevamo vedere facce liete, ci aspettavamo che il «sarà punito con la reclusione fino a cinque anni e con la multa fino a lire cinquemila e nei casi di maggiore gravità la reclusione potrà estendersi fino a dieci anni e la multa fino a diecimila lire», riuscisse a riattivare la secrezione dei succhi gastrici negli uomini che da un pezzo digerivano male. Ebbene no; le sanzioni non sono state di pieno aggradimento per tutti. Le sanzioni fissano: «sarà punito chi commetta o inciti a commettere un fatto». Quindi esse sono imprecise, per il cervello dei giuristi della guerra rivoluzionaria. Possono dar luogo a «interpretazioni cavillose ed eccessivamente puritane», da parte dei magistrati.
      Se perché ci sia reato la legge richiede ci sia «il fatto» essa è incompleta, essa non serve, non è all'altezza dei tempi. Il fatto irrigidisce la legge; i nostri rivoluzionari, i nostri libertari di ieri, vogliono la legge fatta sul modello del regolo lesbio: pieghevole, adattabile, storcibile a volontà, a capriccio. Tutto deve poter ricadere sotto la sanzione della legge dei cinque e dei dieci anni. Il magistrato stesso diventa una superfluità; interpreti della legge possono essere tutti, anzi devono essere solo gli accusatori; la colpa non potendo adeguarsi in un fatto, essa deve adeguarsi in una impressione; il fatto solo che ci sia una denuncia, deve bastare a stabilire che c'è stata l'impressione, e le sanzioni devono fioccare: cinque, dieci anni a seconda dell'importanza dell'accusatore, a seconda del numero di coccarde di cui è fregiato il petto dell'accusatore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Stato