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      O popolo torinese, soltanto dopo la tua vittoria piena ed assoluta ed incontrastata, tutte quelle povere animucce in pena perderanno la speranza di abbarbicarsi all'albero della cuccagna, e incominceranno a lavorare non di gomito, ma di schiena!
      (20 ottobre 1917).
     
     
      LA SCIMMIA GIACOBINA
     
      La scimmia giacobina è l'ultimo prodotto delle differenziazioni che si stanno determinando nella mandria di bruti che riempie delle sue strida i mercati italiani. Differenziazione meccanica. La scimmia non ha anima; la sua vita è susseguirsi di gesti; i gesti sono diventati frenetici; ecco la differenziazione.
      La vita italiana politica è stata sempre piú o meno in balía dei piccoli borghesi; mezze figure, mezzo letterati mezzo uomini; il gesto è tutto in loro. Concepiscono la vita librescamente. Sono imbevuti di letteratura da bancherella. Non concepiscono la complessità delle leggi naturali e spirituali che regolano la storia. La storia è per loro uno schema. E lo schema è quello della Rivoluzione francese. Ma non della Rivoluzione francese che ha profondamente trasformato la Francia e il mondo, che si è affermata nelle folle, che ha scosso e portato alla luce strati profondi di umanità sommersa, ma la Rivoluzione francese superficiale, che appare nei romanzi e nei libri di Michelet, i cui attori sono avvocati rabbiosi ed energumeni sanguinari. Questa superficie l'hanno presa per sostanza, il gesto di un individuo l'hanno preso per l'anima di un popolo. Ripetono il gesto, credono con ciò di riprodurre un fenomeno.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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