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      Ebbene, no: tu hai preso su di te una parte gravosa della catena sociale. Perché Pirolini possa elaborare nelle insonni notti l'angelico pane spirituale da spartire alla turba dei lettori del suo giornale, turba affamata di ideale. Perché l'on. Mazzolani possa con polso fermo agitare nella notte caliginosa la fiaccola del progresso, possa empire le anime e i cuori dell'immagine guerriera della Repubblica Santa; tu, per loro, per l'ideale comune, per l'ideale umano risorto dopo tre giorni di tuffo odoroso nel cesso carducciano, tu prepari facili e nutrienti costolette, profumati giamboni, prepari il rozzo lardo che allieta i palati delle mense rusticane. Non sei tu un sacerdote dell'ideale? Gli uomini riconoscenti non dovrebbero dedicare alle tue tempie una parte dell'alloro che dedicano ai fegatelli dei tuoi suini? Ingrati uomini, ingrati poeti dell'«Amore illustrato»: perché questo odio semitico contro l'umile, ma tanto necessario ingrassatore di porci? Egli è un potente pilastro dell'edificio sociale, è fattore di progresso e di civiltà. Egli è un elemento della resistenza.
      Ahimè, pensa forse malinconico, tastando con esperta mano le rosee natiche dei suoi sudditi, sprofondando i rozzi calzari nell'acre pozzanghera di fimo, ahimè, pensa il misconosciuto ingrassatore di porci, se nel mio paese piú numerosi fossero gli ingrassatori di porci, e l'apollinea intellettualità dei poeti dell'«Amore illustrato» meno in auge, quanto piú ideale e meno chiacchiera, quanto piú lavoro e meno scrocco, quanto piú serietà e meno discorsi per elevare il morale.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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