Pagina (569/742)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      .. Non sapete la storia del timbro?... C'era una volta un capo di un importante ufficio di una grande azienda statale. Avvenne che fu promosso di grado, e destinato ad altra sede. Mentre si svolgeva il movimento di gros-bonnets nel quale egli era stato compreso, dovette rimanere ancora un paio di mesi nel vecchio ufficio. Ma egli aveva già avuto il nuovo grado, e vi pare quindi che potesse continuare ad accontentarsi del vecchio titolo? Ohibò, e la dignità, e l'autorità? Allora egli fece fare una cinquantina di timbri nuovi, e distribuire agli uffici dipendenti affinché su tutte le lettere si stampasse non piú: «Il capo divisione», ma: «Il capo compartimento di I grado reggente la divisione». Naturalmente, giunto il successore, i nuovi timbri furono gettati via e si ritornò ai vecchi, ma frattanto lo Stato aveva speso qualche centinaio di lire!
      E voi sperate ancora in un rinnovamento della burocrazia? Non c'è che il fuoco, il rogo, la rivoluzione... E chi sa ancora?!
      (3 aprile 1918).
     
     
      ANTICLERICALISMO SUL SERIO
     
      In alcuni convegni tenuti a Bari per studiare i problemi del dopoguerra, si è cercato di concretare, in una forma che fosse piú capitalisticamente adeguata delle becerate riformistiche dell'on. Drago, la riforma della terra ai contadini. I borghesi delle Puglie hanno trovato che sarebbe ora di risolvere definitivamente la questione dei beni ecclesiastici, rimettendone in circolazione la proprietà, facendoli entrare nel gioco della libera concorrenza. I giornali clericali strillano, naturalmente, e il «Momento» scrive che se la proposta diventasse legge «si arriverebbe al magnifico (!) risultato di togliere alle congregazioni religiose il mezzo per vivere e, soprattutto, per svolgere quella attività sociale ed educatrice che tante simpatie acquista loro in mezzo a coloro che ne sono beneficiati».


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Stato Bari Puglie