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      Qualche passante si ferma anch'egli a guardare, e sorride, come sogliono sorridere gli sciocchi che non pensano alle continuazioni di cui sopra. Qualche altro lascia sfuggire interiezioni poco ortodosse, aretinesche. Uno brontola, domanda perché nessuna guardia intervenga. «Ecco, gli dico, nessuna guardia può intervenire, e il giovanotto non si dà per inteso della curiosità malsana che riesce a destare, appunto perché egli è sicuro che nessuna guardia interverrà. Se ella, signore, prendesse sul serio la sua qualità di cittadino, corresponsabile della particolare forma di civiltà in cui viviamo e vivremo, e intervenisse, quel giovanotto lo condurrebbe al vicino commissariato e la farebbe mettere dentro per oltraggio ad agente nell'esplicazione delle sue funzioni: io sarei in piú condannato per disfattismo. Ella chissà cosa crede faccia quel giovanotto: corruzione, ecc., ebbene, no: egli fa la guardia ai disfattisti di corso Siccardi»
      (16 aprile 1918).
     
     
      IL CIECO TIRESIA
     
      Narra la «Stampa» come ad Ostria, nelle Marche, viva un povero fanciullo cieco, il quale ha profetizzato che la guerra finirà entro l'anno 1918. Il piccolo profeta non era cieco prima della profezia: la cecità era indissolubile però colla sua nuova qualità; egli è diventato cieco subito dopo aver allietato gli uomini con la fausta notizia della prossima loro liberazione dall'incubo del sangue.
      Ostria è nelle Marche (presso Senigallia, precisa la «Stampa») l'istituto del Cottolengo è a Torino. Due settimane fa si affermava che nella pia Casa del Cottolengo una bambina, di spirito profetico dotata, incominciò a prevedere tutta una serie di piccoli avvenimenti.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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