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      Come a Torino, anche a Roma e a Bologna sono stati scoperti (!?) amatori dell'ebrezza con gli alcaloidi. E dappertutto la stessa fraseologia di maniera. Ohibò! non è la legge che farà scomparire il vizio. Ma se il vizio è un portato necessario della civiltà moderna!... Civiltà esteriore, che ha per base il lavoro, ma degli altri. Si formano necessariamente queste schiume putride, senza fini, senza morale, senza storia. Cosa è la vita per tanti? Animalità corporea, godimento dei sensi, meccanicità nervosa e muscolare. Perché dovrebbero non inebriarsi con la cocaina? Io mi maraviglio che cosí pochi sdrucciolino per la china dei piaceri che rovinano. La causa della poca diffusione del vizio non è il dovere morale: è l'indifferenza, è la rozzezza. S'accontentano di molto meno, ecco tutto, ma il fenomeno è grave cosí come se i morfinomani fossero mezzo milione invece che cinquecento.
      Certo la causa prima è l'assenza di fini morali, ma può un borghese avere fini morali? Se è un eroe, sí, ma la media è tutt'altro che eroica. Il lavoro, l'attività salva i borghesi dalla perversione, ma un certo numero di individui della classe non lavora affatto, non saprebbe come riempire utilmente le ventiquattro ore della giornata. Di milionari che stiano dodici ore al giorno a tavolino come Benedetto Croce ci dev'essere solo Benedetto Croce; gli altri preferiscono le gare ippiche, le stazioni balneari, Montecarlo, i romanzi di Luciano Zuccoli e la cocaina. Li può salvare solo l'ottusità dei sensi e l'avarizia, cioè l'essere al di sotto dell'animalità umana media.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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