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      Il popolo italiano non è popolo di liberi, o di cittadini che liberi vogliono diventare: l'Italia è davvero, purtroppo, la nazione carnevale, e la libertà è libertà di divertirsi e grattarsi la rogna al sole.
      [Ottanta righe censurate].
      I cittadini hanno appena una vaga nozione delle leggi dello Stato, e credono che esse siano soltanto punitive; non concepiscono la legge come garanzia, come sicurezza individuale. Gli italiani sono individualisti, dicono gli psicologi. Ma il vero è che gli italiani sono analfabeti e incolti e che l'Italia è la nazione carnevale, con una libertà, unica desiderata: la libertà di divertirsi.
      (1° giugno 1918).
     
     
      MERCE
     
      Qualche vanerello ha proclamato per l'ennesima volta la disfatta della scienza.
      Chimica applicata ai gas asfissianti, lacrimogeni, ulceranti; meccanica applicata ai cannoni di lunga portata... Sí, ma anche la zappa può spaccare i crani, la scrittura può anche servire a falsificare cambiali e a stendere lettere anonime... E non perciò si proclama la disfatta dell'agricoltura e della calligrafia.
      La scienza ha il compito disinteressato dì rintracciare rapporti nuovi tra le energie, tra le cose. Fallisce solo quando diventa ciarlataneria. Gli uomini si servono dei ritrovati per straziare e uccidere invece che per difendersi dal male e dalle cieche forze naturali? Entra in gioco una volontà che è estranea alla scienza, che non è disinteressata, ma dipende intrinsecamente dalla società, dalla forma di società in cui si vive. Il ritrovato scientifico segue la sorte comune di tutti i prodotti umani in regime capitalistico; diventa merce, oggetto di scambio e quindi viene rivolto ai fini prevalentemente propri del regime, a straziare e distruggere.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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