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      È vero che l'Unione ha piú di diecimila soci, ma anche sei sono molti; eppoi si badi alla qualità, non alla quantità: per qualità un generale e un conte valgono per lo meno diecimila per uno; l'Unione può andare fiera del contributo di sangue che i suoi soci hanno dato alla quarta guerra dell'indipendenza italiana.
      Prima di chiudere la relazione, il presidente citò una delle piú importanti manifestazioni dell'Unione: la costituzione della Cooperativa Savoia. Il nome è specialmente importante e rientra nel programma. A dire il vero, infatti, molti erano persuasi che la cooperazione non rientrasse perfettamente nell'idea liberale; ma poiché l'Unione è anche monarchica e i Savoia regnano felicemente, il nome Savoia fa rientrare nel programma dell'Unione anche la cooperazione.
      Cosí il presidente senatore Ferrero di Cambiano pose termine alla sua relazione. I lettori forse si domanderanno: ma quale azione politica svolse l'Unione, che pure deve essere, a quanto si dice, un'associazione politica? I lettori hanno apparentemente ragione: certo l'Unione è un aggruppamento politico, è la depositaria dell'idea liberale, e specialmente in questi tempi di discussione sul dopoguerra, sulle tariffe doganali, sulla commissione dei seicento, l'idea liberale dovrebbe essere divulgata e servire a orizzontare l'opinione pubblica delle classi dirigenti. Ma l'Unione non poteva pronunziarsi: infatti erano in esame alcune proposte modifiche statutarie tendenti a darle unità di azione politica. L'idea liberale era disunita in seno all'Unione: nella seduta lo statuto nuovo di unità è stato approvato.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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